Trenitalia Spa vuol mettere le mani sul trasporto urbano milanese
26/02/2017 DI FRANCO D'ALFONSO articolo apparso su movimenti metropolitani

Nell’anno 1995 Bettino Craxi, accusato di essere il burattinaio dell’allora premier Berlusconi, previde con lucidità allora non compresa quello che sarebbe accaduto negli anni seguenti: “Berlusconi e’ troppo a destra. Considero il suo credo di liberalismo totale come un’illusione totale che provocherà dei disastri distruggendo l’apparato di Stato in nome della privatizzazione selvaggia “.
Ora che anche lo smantellamento della politica e dell’amministrazione locale sono in stato più che avanzato, la modalità dell’assalto alle municipalizzate sarà, anzi è, necessariamente diverso : assume la forma insinuante ed avvolgente di un soggetto che vuole aiutare le aziende “troppo piccole” (chissà poi chi decide ambiti e dimensioni ottimali di aziende di servizio pubblico !), con azionisti non in grado di sostenerne lo sviluppo a stare sul “mercato”.
A Milano si sta verificando in questi giorni il primo caso, quello di Trenitalia Spa. Le vecchie e gloriose Ferrovie ritengono evidentemente di aver completato la propria missione di investimento sulla rete ferroviaria nazionale e soprattutto locale, come ben sanno i pendolari di Italia, gli operatori cargo che muovono il sessanta per cento delle merci su gomma o i normali cittadini che volessero arrivare a Ventimiglia senza ripercorrere le avventure del protagonista de “Il dottor Antonio” di Giovanni Ruffini o arrivare nella stazione di Agropoli progettata da Zahi Hadid su carrozze treno non risalenti al tempo della Napoli Portici. Tranquilli su quei fronti, si propongono di occuparsi ora di un settore nel quale non hanno mai operato, non hanno competenza e che non fa parte della missione aziendale propria, quello del trasporto urbano .
Lo fanno naturalmente con l’avallo del Governo centrale, raccogliendo il “grido di dolore” delle tante aziende di trasporti urbani in fallimento sostanziale, come l’Atac di Roma o l’Amt di Genova, cui competenze manageriali anche minime servirebbero come il pane ? No, Trenitalia punta decisamente su Milano, dove le aziende sono in utile ed i trasporti funzionano talmente bene da essere la principale atout giocata sul terreno dell’attrazione turistica e di investimenti negli anni del dopo Expo .

Lo specchietto per le allodole sventolato davanti agli occhi degli amministratori che potrebbero tranquillamente investire e gestire in proprio sui servizi urbani ma sono strangolati dalle regole contabili, è proprio quello di fantastiliardi di investimento che i nostri ferrovieri rovescerebbero sulla città e dintorni .
Che Trenitalia Spa possa accelerare gli investimenti sul trasporto pubblico nella città nella quale hanno fallito drammaticamente la propria parte nelle occasioni cruciali di realizzazione di infrastrutture nelle quali sono state coinvolte lo trovo impossibile più che improbabile . Il gruppo Fs non è riuscito a realizzare il treno Milano Malpensa in tempo per l’apertura dello scalo, assestando un colpo all’immagine della città cui dopo dieci anni non abbiamo ancora messo rimedio; il Passante ferroviario è l’investimento peggio utilizzato della storia dei trasporti urbani milanesi ; il sistema dei trasporti regionali lombardi è l’unico tra quelli del territorio che abbia costantemente peggiorato le propria perfomance nell’ultimo decennio.
Che qualcuno, a Milano, possa pensare che l’intervento “esterno” al sistema ambrosiano possa servire a risolvere problemi e magari anche qualche controversia intestina, lo trovo possibile e purtroppo simile a quanto in passato facevano le grandi famiglie milanesi, che chiamavano l’Imperatore in aiuto per sottomettere i rivali di cortile e finivano per trovarsi un padrone in casa.
Quello che spero però è che ci siano molti di più tra amministratori, operatori economici , manager e cittadini, milanesi o no , che sappiano elaborare una strategia degna della Grande Milano metropolitana di cui parlano da tanti anni e siano capaci di apostrofare chiunque, villano o imperatore, con il detto dei nostri vecchi . “ Uhei barbun, ten giò i man da la mubilia”......
Franco D'Alfonso